top of page

Capire e affrontare il cambiamento: le 5 fasi e gli ostacoli

  • Immagine del redattore: Armonia di Stile
    Armonia di Stile
  • 18 nov
  • Tempo di lettura: 7 min
Nota per la lettrice: il 16 dicembre pubblicheremo la Parte 2 – I benefici del cambiamento e come mantenerli nel tempo. Questo articolo è però autonomo: puoi leggerlo da solo oppure, se vorrai, proseguire con il seguito.

Il cambiamento non è un colpo di scena: è un processo.

Che tu lo abbia scelto o che ti sia piombato addosso, il punto è lo stesso: imparare a gestirlo per non subirlo.


Quando cambia qualcosa – lavoro, abitudini, relazioni, salute – vengono variati anche i sistemi consolidati: routine, aspettative, ruoli ed è del tutto normale provare resistenza, dubbio o stanchezza decisionale.


In questo primo articolo ti offro una mappa operativa per orientarti:

come affrontare il cambiamento e le sue 5 fasi spiegate in modo semplice, gli ostacoli ricorrenti che fanno perdere slancio e le soluzioni pratiche per avanzare un passo alla volta.

Non troverai qui teorie astratte o promesse di “svolte” in 7 giorni, ma solo strumenti chiari, applicabili e come sempre rispettosi dei tuoi tempi.


L’obiettivo è duplice:

  1. Capire in che punto sei del processo (consapevolezza).

  2. Tradurre la consapevolezza in azione minima sostenibile (metodo).


Se stai attraversando una transizione o vuoi attivarne una in modo intenzionale, allora questa guida ti aiuterà a ridurre la confusione iniziale, decidere meglio e muoverti con lucidità. Poi, nella Parte 2, in uscita a dicembre, lavoreremo su come stabilizzare ciò che avrai iniziato e su quali benefici concreti aspettarti nel medio periodo.

Il cambiamento non è improvviso: è un processo in 5 fasi


Il cambiamento raramente arriva tutto in una volta.

Anche quando sembra una rottura, in realtà è l’ultimo passo di un percorso che era già iniziato da tempo.

Le persone non cambiano perché qualcuno lo dice o perché leggono un consiglio online: cambiano quando diventa più faticoso restare ferme che muoversi.

Capire che esiste un ciclo naturale del cambiamento – con fasi che si susseguono e a volte si sovrappongono – aiuta a non giudicarsi e a gestire meglio le proprie energie.

Il modello di riferimento più solido è quello di Prochaska e DiClemente, nato in ambito di psicologia comportamentale ma applicabile a ogni transizione della vita, parla di cinque momenti: precontemplazione, contemplazione, preparazione, azione e mantenimento.


mani che si uniscono formando un cuore

Conoscere queste fasi non serve a incasellarsi, ma a individuare il punto in cui ci si trova. Quando sai se stai ancora pensando di cambiare o se sei già nel pieno del processo, puoi scegliere le azioni più utili e ridurre la dispersione di energie.

In pratica, è come leggere una mappa prima di mettersi in viaggio: non accorcia la strada, ma la rende più chiara.


Nelle prossime sezioni vedremo come riconoscere ciascuna fase, quali ostacoli si presentano e quali piccole strategie possono aiutarti a muoverti con maggiore lucidità e meno attrito.

Le 5 fasi del cambiamento spiegate in modo pratico


Ogni processo di cambiamento attraversa passaggi prevedibili, secondo il modello transTeorico di Prochaska e DiClemente, conoscerli serve a riconoscere il terreno su cui stai camminando.

Qui trovi le cinque fasi tradotte in esempi concreti e gestibili

grafico con le 5 fasi del cambiamento

1. Precontemplazione: “Non vedo il problema”

In questa fase non si percepisce la necessità di cambiare, si tende a normalizzare ciò che non funziona o a dare la colpa a fattori esterni.

Ostacolo tipico: negazione e mancanza di consapevolezza.

Possibile soluzione: osserva le conseguenze del non cambiare: quanto tempo, energia o serenità stai perdendo mantenendo lo status quo?


2. Contemplazione: “So che devo cambiare, ma ho paura”

Qui nasce la consapevolezza, ma la paura frena; si riflette molto, si rimanda altrettanto.

Ostacolo tipico: ambivalenza e paura di sbagliare.

Possibile soluzione: scrivi due colonne – pro e contro del cambiare – e individua il tuo “perché personale”, il motivo profondo rende la tua paura più gestibile.


3. Preparazione: “Mi sto organizzando, ma serve un metodo”

La decisione è stata presa, si cambia, ma manca ancora la struttura e si cercano informazioni; si fanno tentativi, ma senza continuità.

Ostacolo tipico: dispersione.

Possibile soluzione: definisci dei piccoli obiettivi concreti da portare a termine entro date precise, come se fossero dei mini step; agire, anche minimamente, spezza l’attesa e rende il processo di cambiamento più reale e adatto a te.


4. Azione: “Mi muovo, ma non è facile”

Qui il cambiamento è visibile. L’entusiasmo iniziale lascia presto spazio alla fatica: il cervello tende a tornare alle abitudini note.

Ostacolo tipico: aspettative troppo alte e autosvalutazione.

Possibile soluzione: monitora i tuoi progressi, non la loro perfezione. Annota ciò che funziona e correggi ciò che non ti piace, senza giudizio.


5. Mantenimento: “Sto cambiando davvero”

La nuova abitudine inizia a stabilizzarsi, ma non è ancora definitiva. Serve presenza e coerenza.

Ostacolo tipico: rilassarsi troppo presto o tornare alle vecchie routine.

Possibile soluzione: integra il cambiamento nella tua identità, rendilo tuo.. Chiediti: “Cosa dice di me questa nuova abitudine?” Se la risposta ti rispecchia, stai cambiando davvero e stai migliorando quella parte della tua vita.


Ricorda che il cambiamento non è una linea retta: si avanza, si rallenta, si torna indietro. E’ la nostra costanza a fare la differenza.

Gli ostacoli più comuni nel percorso di cambiamento


Ogni percorso di cambiamento incontra ostacoli, alcuni sono evidenti, altri più sottili: convinzioni, automatismi, ambienti che ci spingono a restare come siamo o dove siamo.

Riconoscerli permette di prepararci meglio e di evitare la sensazione di fallimento quando si presentano.


1. La paura di fallire

È il freno più diffuso: si teme di non essere all’altezza o di perdere ciò che si è costruito.

Come gestirla: concentrati sul rischio di non cambiare, non su quello di fallire. Restare fermi ha un costo che spesso è più alto.


2. La fatica mentale e la mancanza di energia

Ogni cambiamento richiede attenzione e il cervello tende a risparmiare energia tornando all’automatismo.

Come gestirla: spezzetta il processo; riduci le decisioni e definisci solo le priorità essenziali.

Simbolo visivo dell’equilibrio e della consapevolezza nel cambiamento

3. L’ambiente che non sostiene

Persone o contesti che ci circondano tendono a ricordarci chi eravamo, spesso per un proprio tornaconto, e non sostengono chi stiamo diventando.

Come gestirla: proteggi il tuo spazio di cambiamento. Non devi giustificarti: basta creare confini chiari e ricordarti che la tua vita deve soddisfare te stessa non gli altri.


4. Le aspettative irrealistiche

Pensare che tutto debba cambiare subito genera frustrazione e senso di inadeguatezza.

Come gestirla: imposta degli obiettivi proporzionati e raggiungibili; il cambiamento vero è progressivo, non è mai "spettacolare".


5. La perdita di motivazione

Accade spesso quando i risultati tardano ad arrivare o la fatica cresce.

Come gestirla: riprendi il  tuo “perché personale” definito all’inizio, ricordati cosa ti ha spinto a iniziare: è la risorsa più importante che hai, dopo te stessa.


In sintesi: il cambiamento non richiede costanza eroica, ma una gestione lucida degli ostacoli. Vederli arrivare prima che diventino muri è la forma più alta di consapevolezza.

Cambiare con metodo: dal pensiero all’azione concreta


Riconoscere le fasi e gli ostacoli è utile, ma senza metodo restano solo teorie. Il vero cambiamento si consolida quando la riflessione diventa una tua azione concreta, anche minuscola.


1. Dalla consapevolezza alla scelta

Essere coscienti di cosa non funziona è solo metà del lavoro.

La seconda metà è decidere cosa fare con questa consapevolezza.

Ogni scelta, anche minima, crea direzione, mette in moto piccoli eventi e riduce la sensazione di impotenza.

Esempio: se il nostro voler cambiare è creare nuove relazioni, segnarsi in palestra, ad un corso o ad un evento in presenza, potrebbe aprirci le porte per la conoscenza di persone nuove.


2. Micro-azioni invece di rivoluzioni

Il cervello assimila il nuovo attraverso la ripetizione, non attraverso gli stravolgimenti, per questo le piccole azioni quotidiane sono più efficaci dei piani radicali.

Esempio: dieci minuti di cammino ogni giorno allenano di più rispetto ad una corsa settimanale di mezz'ora che non riesci a mantenere.

Donna che lavora con laptop sulle proprie scelte di cambiamento.

3. Il principio del “un passo alla volta”

Nel Metodo Armonia questa frase non è uno slogan, ma una strategia: ogni fase del cambiamento ha bisogno di un ritmo sostenibile e non di grandi salti. Stravolgere la nostra vita o le nostre abitudini, tutto in una volta, crea solo tensione. Vogliamo migliorarci non stressarci, giusto?


4. Misura i progressi, non la perfezione

Prendere nota dei piccoli risultati ti permette di vedere che qualcosa sta già funzionando. È un modo per contrastare la tendenza a sminuirci che mina la nostra autostima.

Strumento utile: un diario breve o un planner settimanale dove annotare i nostri micro-traguardi e sensazioni.


5. Sostieni il processo, non solo l’obiettivo

Ogni cambiamento richiede i suoi tempi e la sua manutenzione, ma sopratutto non dobbiamo smaniare per arrivare alla meta: dobbiamo goderci il viaggio! Perciò nutri ogni fase con dei momenti di pausa, revisione e riconoscenza per i progressi fatti.


In sintesi: il cambiamento è sostenibile quando diventa parte della tua gestione quotidiana e non serve forzarlo, occorre semplicemente metodo.

Arrivati fin qui, forse hai riconosciuto in quale fase del cambiamento ti trovi o magari hai scoperto che le stai attraversando tutte, a ritmo alternato.

È normale: il cambiamento non segue un calendario, è un processo fatto dalle persone.

riflessioni sul cambiamento

L’obiettivo di questo percorso non è diventare qualcun altro, ma diventare più consapevole di come ti muovi nella tua evoluzione personale.

Ogni scelta, ogni passo, anche piccolo, allena la fiducia nella tua capacità e in chi sei.


Il cambiamento non si impone e non si subisce: si gestisce, un giorno alla volta, con metodo e presenza.

Questo è il cuore di Armonia di Stile: aiutarti a costruire il tuo equilibrio tra pensieri, emozioni e azioni.


Il 16 dicembre troverai la Parte 2 – I benefici del cambiamento e come mantenerli nel tempo, dove vedremo insieme come consolidare ciò che hai iniziato e trasformarlo in stabilità duratura.

Fino ad allora, concediti il tempo di osservare; anche capire dove sei ora è già un passo avanti nel tuo cambiamento.


Se vuoi parlarne con me scrivimi una mail o utilizza il box in basso a destra "Parla con me". 

Ti do inoltre appuntamento al prossimo martedì per un contenuto su Educazione Digitale e.... hai scoperto già la sezione del sito dove scaricare contenuti gratuiti?

AdS

Commenti

Valutazione 0 stelle su 5.
Non ci sono ancora valutazioni

Aggiungi una valutazione
bottom of page